Ambiente, così la discarica diventa una miniera di materie prime

A Bedizzole (Brescia) il gruppo Innovatec guidato da Elio Catania avvia il primo progetto italiano di “land mining”: estrarre imateriali pregiati dai vecchi rifiuti
Inchiesta
di Jacopo Giliberto

Illustrazione di Giorgio De Marinis / Il Sole 24 Ore
Scavare nella memoria, rivangare il passato. Questa volta si tratta di scavare e rivangaredavvero, in senso letterale e non figurato, e la ruspa verniciata di giallo cantiere con labenna lordata di terra scava nel nostro passato. E rivanga come eravamo. Comeeravamo, Flavio Raimondo? L’amministratore delegato della Greenup sorride e:«Eravamo che non sapevamo riciclare. Guardi che cosa hanno tirato fuori i carotagginella discarica: rame, alluminio, acciaio. Meglio di una miniera». Sotto un cielo grigiod’inverno i compattatori dalle ruote giganti dai denti d’acciaio – cinque tonnellate ogniruota – si muovono lenti sul dorso della discarica di rifiuti di Bedizzole, fra Brescia e illago di Garda. La discarica è quella in cui la Greenup, società guidata da FlavioRaimondo, sta avviando il primo progetto italiano di “urban mining”, detto anche “landmining”, cioè scavare nei rifiuti per cercare le materie prime pregiate là nelle discariche
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in cui le avevamo tombate nei decenni scorsi. E ancora una volta torna il senso letteraledi una parola, non figurato: riscoprire, cioè togliere la ricopertura di terra che nascondela memoria.

 

Il gruppo Innovatec

La Greenup è una delle società del gruppo Innovatec che la famiglia Colucci — storiciimprenditori del settore ambiente fin da quando l’ambiente non era di moda — ha volutoaffidare alla presidenza di Elio Catania, il dirigente d’impresa che ha guidato colossicome l’Ibm o le Fs.
L’Innovatec ha la sede a Milano nella zona Lorenteggio-Bisceglie; un edificio vetracciaiocon gli arredi patinati di legno chiaro.

Rame, plastica di pregio, alluminio

All’estremo opposto degli arredi patinati, delle vetrate fumè e degli abiti coordinati diottimo taglio, ecco Luca Negrato, 39 anni, cadenza e corporatura da rugbista veneto,camicia di flanella a scacchi, pantaloni di velluto marrone a coste e scarponi infangati.Negrato è il direttore degli impianti di Bedizzole. Tra i più esperti in Italia nel gestireimpianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti. «Questa prima sezione della discarica,che chiamiamo Vasca A, ha lavorato dal 1999 al 2003», dice Negrato. «Ha raccolto circa800mila metri cubi di rifiuti speciali non pericolosi, soprattutto ciò che rimaneva delleauto dopo la selezione delle parti che allora si riusciva a riciclare, cioè toglievano soltantola carrozzeria e il ferro destinati alle acciaierie».
Dopo la selezione sommaria che si poteva fare allora, delle automobili restavano acciaiinox, gomma degli pneumatici, grandi quantità di preziosissimo rame dei cavi elettrici edegli avvolgimenti, alluminio, zinco; la gommapiuma poliuretanica imbottiva i sedili, itessuti rivestivano gli interni. «E plastica — conclude il direttore della discarica — tantaplastica facile da riciclare perché a differenza di oggi a quei tempi non si sapeva comericiclarla, perché si usavano poche tipologie di plastiche, e perché non contenevanocontaminanti come plastificanti, surfattanti e ritardandi antifiamma. Dopotutto, lediscariche sono depositi di materiali che mettiamo da parte in attesa di trovare letecnologie di riutilizzo».

L’urban mining

Da anni l’Unione europea mira sull’urban mining come strumento per ridurre ladipendenza dalle materie prime di importazione, soprattutto dal Paese che più di tuttimonopolizza le materie prime strategiche: la solita Cina. E la prima forma di circolarità èraspare nelle discariche alla ricerca di ciò che un tempo non veniva riciclato; frugare nelpassato rifiutato è la forma più pura di riciclo portata dalla velleità dell’enunciazione alfatto reale, allo sporcarsi le mani nel fare.

Rispondere alla domanda di ambiente

La circolarità declinata nel fatti è ciò che Elio Catania ha trovato nel gruppo Innovatecquando ne ha assunto la presidenza. «Un gruppo nato sulla sostenibilità quando non eraun tema condiviso», ricorda. «Oggi riciclare è diventato un tema centrale per le impresee per la società italiana, insieme con altri argomenti correlati come i costi dell’energia, lascarsità di materie prime, il meccanismo perverso dell’inflazione: fenomeni diversi chehanno concorso insieme a creare una pressione fortissima sul sistema produttivo. Lanostra azienda dà risposte proprio a queste domande, per esempio trovando materieprime dai rifiuti — lo sa? i materassi usati che una volta non si sapeva come smaltire oggidiventano la materia prima per realizzare pannelli fonoassorbenti — sviluppando per inostri clienti progetti di efficientamento energetico e di riqualificazione, dotando leimprese di impianti a fonti rinnovabili e così via. Una volta l’ambiente ersa un tema direputazione aziendale, oggi è un elemento centrale della riuscita del business».

I pareri delle imprese

Per capire la propensione ambientale del sistema italiano delle aziende, l’Innovatec haaffidato a Eumetra un’indagine di opinione fra gli imprenditori e i dirigenti italianid’azienda. La prima edizione dell’Osservatorio sulla clean technology nelle impreseitaliane ha detto che per il 70% delle aziende la sostenibilità ha un impatto positivo sulbusiness; l’83% non ha un piano industriale sui temi della sostenibilità; il 45% delleaziende italiane ha condotto investimenti in sostenibilità; il 55% investirà di più insostenibilità per sostenere la crescita; il 41% delle imprese sottolinea che non sarà facileaccedere ai fondi del Pnrr; la mancanza di competenza, i costi delle materie prime inaumento, investimenti green considerati troppo onerosi e l’eccessiva burocrazia sono leprincipali barriere agli investimenti nel settore.

Eseguire è più difficile di teorizzare

Purtroppo in molte imprese manca quella che Catania definisce “cultura dellaleadership”, cioè la capacità di trasferire nel fare esecutivo le strategie teorizzate.«Eseguire le strategie è più difficile di pensarle. Dal nostro sondaggio emergono duefacce contrapposte. La faccia brutta è che metà delle aziende intervistate è indietrosull’innovazione ambientale. La faccia bella è che più di metà delle imprese èconsapevole della sua inadeguatezza».
Questo è uno dei motivi per cui il gruppo Innovatec di recente ha acquisito uno dei piùnoti e antichi consorzi, il Cobat che era nato nell’88 come consorzio obbligatorio perraccogliere gli accumulatori al piombo e che con le normative Raee è diventato unorganismo privato specializzato nella raccolta e nel riciclo di ogni altro tipo di rifiuto.Accenna Catania: «Dalle batterie al piombo ha allargato a ogni segmento di attivitàambientale, compresi tessuti e pneumatici».

Minatori del passato

Torniamo sulla discarica di Bedizzole dove il direttore dell’impianto Luca Negrato el’amministratore delegato della controllata Greenup, Flavio Raimondo, gestiscono ilflusso di rifiuti, tra i quali gli scarti tessili, le batterie al piombo, le imbottiture digommapiuma e gli pneumatici delle automobili smantellate. Quando comincerà l’attivitàmineraria di scavo nella discarica? Risponde Raimondo: «Il progetto è di due anni fa, e ilnuovo piano rifiuti della Regione Lombardia promosso dall’assessore Raffaele Cattaneoha aperto a questo tipo di attività di riscoperta dei materiali sepolti nel passato. La primaconferenza di servizio si è svolta dopo l’estate. Appena sarà possibile ci trasformeremo inminatori». Minatori alla ricerca dei valori sepolti nel passato. Le parole “ricerca”, “valori”e “sepolti” vanno intesi in senso letterale, non figurato.

https://24plus.ilsole24ore.com/art/ambiente-cosi-discarica-diventa-miniera-materie-prime-AEbIeYPC

 

Innovatec, cambio al vertice: Matteo Marini nuovo Ad

Il manager prende il posto di Roberto Maggio. Il presidente Catania: “Puntiamo ad avere un ruolo chiave nella transizione energetica ed ecologica del Paese”

Cambio al vertice di Innovatec. Nell’ambito del processo di rafforzamento della governance della società, il Cda ha nominato all’unanimità Matteo Marini nuovo Ad del Gruppo. Il board ha contestualmente preso atto delle dimissioni, con effetto immediato di Roberto Maggio, dal ruolo di amministratore delegato e di Mario Gamberale come amministratore.

Marini, in qualità di amministratore delegato, si qualifica come amministratore esecutivo (non indipendente) e Cceo, a seguito del rilascio di tutte le responsabilità organizzative e le deleghe già attribuite a Maggio.

Roberto Maggio rimane in carica come amministratore “ed assisterà e supporterà Matteo Marini – almeno nella fase iniziale – in tutte le attività operative e gestionali della Società e del Gruppo”, spiega una nota di Innovatec.

Mario Gamberale rimane, invece, nel Gruppo focalizzandosi maggiormente nello sviluppo del business efficienza energetica della controllata Innovatec Power, società della quale è anche presidente esecutivo.

 

Chi è Matteo Marini
Matteo Marini, 57 anni, laureato in Economia alla Bocconi di Milano, ha ricoperto dal 1997 incarichi di crescente responsabilità in Abb, società attiva nell’automazione e nell’energia, fino a ricoprire nel periodo 2013- 2015, il ruolo di ceo della Regione Mediterranea e amministratore delegato di Abb, e successivamente, dal 2015 al 2019, presidente del cdA e Head of Europe della Divisione Power Grids.

Nel 2020 è fondatore di una start- up innovativa per lo sviluppo di applicativi (“Internet of Things”) nell’ambito della raccolta rifiuti. E’ stato Presidente del cdA di Imq Group dal 2015 al 2023 ed è membro del cdA di Costacurta dal 2015.

“Entrare a far parte del Gruppo Innovatec è per me una grande soddisfazione e sono grato al Consiglio per la fiducia che mi sta dando – sottolinea Marini – Il mio obiettivo è far esprimere al Gruppo il suo potenziale, valorizzando le risorse, le competenze e la conoscenza del mercato, elementi fondamentali per sostenere la nostra crescita e la nostra visione di sostenibilità e di circolarità”

 

Il commento del presidente Catania“La nomina di Matteo Marini ad amministratore delegato del Gruppo Innovatec è per me e per l’intero Consiglio motivo di grande soddisfazione – commenta Elio Cosimo Catania, Presidente di Innovatec – Grazie alla competenza, all’esperienza e all’attenzione ai risultati che lo caratterizzano, il nuovo ceo saprà accompagnare Innovatec nel suo percorso di sviluppo, valorizzando il ruolo decisivo che il nostro Gruppo deve avere nella transizione energetica ed ecologica del Paese”.

Catania, ha espresso in sincero ringraziamento a Roberto Maggio per l’impegno, la dedizione e il fattivo contributo per la creazione di valore durante il periodo in cui ha guidato la società, fondamentale per intraprendere quel percorso di rilancio che ha riportato la società ad una significativa redditività, nonché a porre le basi per un futuro che possa far esprimere a Innovatec tutte le sue potenzialità. Un vivo ringraziamento anche a Gamberale per il suo fattivo impegno come amministratore di Innovatec.

 

L’osserrvatorio Cleantech
Nelle scorse settimane Innovatec ha rilasciato i dati del primo osservatorio sul Cleantech. Secondo il report 70% delle imprese italiane è convinto che la sostenibilità abbia un impatto positivo sul business, ma solo il 45% ha effettuato investimenti in materia e l’83% non ha un piano industriale che integri gli obiettivi green. Inoltre, non sarà facile accedere ai fondi dedicati del Pnrr secondo il 41% del campione.

Le aziende italiane riconoscono però la rilevanza della sostenibilità: i vantaggi attesi per gli investimenti in sostenibilità sono prima di tutto economici (55%) e in secondo luogo legati alla reputazione e all’immagine aziendale (45%). Ma il 90% ritiene che richieda un investimento costoso e che manchino le competenze per agire in modo efficace.

In merito agli investimenti in sostenibilità, il 45% delle aziende intervistate ha effettuato investimenti in questo settore di cui: il 38% per interventi in efficienza energetica, il 20% per la parziale o totale riconversione industriale con adozione di soluzioni sostenibili, il 18% per installazioni di tecnologie green e il 9% in processi di economia circolare.

 

Camilla Colucci e Circularity tra le più belle storie raccontate da Forbes nel 2022

Le più belle storie di aziende italiane raccontate da Forbes nel 2022

L’idea che ha portato Camilla Colucci sulla copertina del numero di Forbes dedicato agli under 30 del 2022.

Un’azienda innovative di Gruppo Innovatec, la prima piattaforma tecnologica di collaborazione peer to peer che integra tutti gli attori coinvolti nell’economia circolare, per scambiare materiali da riutilizzare nei processi di produzione, tracciare e rendere trasparenti i flussi di materia.

ECOMONDO 2022: APPUNTAMENTI GRUPPO

8 Novembre

12:00 – 13:00

Convegno “Transizione Digitale: la corsa al RAEE” organizzato da Confindustria Cisambiente

c/o stand Innovatec

Speaker: Flavio Raimondo, Michele Zilla

15:30

Convegno ‘’La Rivoluzione Ecoindustriale – Ecologia ed Economia, la doppia sostenibilità tra ambiente e bilanci’’ – tavola rotonda Le sfide (e le istanze) delle imprese in transizione

Sala Abete – Pad 7

Speaker: Camilla Colucci

15:00 – 18:00

Stati Generali della Green Economy, L’attuazione del piano di azione europeo e della strategia nazionale per l’economia circolare

Sala Neri 1

Speaker: Michele Priori

16:00 – 17:00

Energia dall’Ambiente

Hall Sud

Speaker: Flavio Raimondo

 9 Novembre

11:00 -13:00

Convegno “Interessanti novità Sun Belt e Altro

Speaker: Mario Gamberale

17:00

Cocktail Relazionale – Servizi per l’economia circolare

Presentazione nuovo numero della rivista Materia Rinnovabile

Stand Innovatec

Speaker: Emanuele Bompan e Camilla Colucci.

10 Novembre

11.00-13.00 

Premio Sviluppo sostenibile 2022

Hall centrale

Premiazione a Circualrity

 11 Novembre

 9:30- 11:00

Convegno “Efficienza energetica in edilizia indispensabile nella transizione energetica

Speaker: Mario Gamberale

 

 

 

 

Energia pulita e colture forti, la sfida dell’agrivoltaico in Italia

Per lo sviluppo di questo settore, nello Stivale sono previsti investimenti per 1,1 miliardi di euro. Che cos’è Agrivoltaico e perché è così importante

L’Italia del futuro ha sempre più bisogno di soluzioni energetiche sostenibili, di preservare il suolo e l’acqua, proteggere e valorizzare i suoi prodotti agroalimentari e smarcarsi dalla dipendenza di fonti fossili.

In un territorio a forte vocazione agricola come il nostro, lo sviluppo dell’agrivoltaico, chiamato anche agri fotovoltaico, una simbiosi tra fotovoltaico e agricultura, potrebbe essere decisivo.

Si stima che se solo lo 0,32% dei terreni agricoli italiani fosse coperto da impianti solari, il 50% degli obiettivi del Pniec (Piano nazionale integrato per l’energia e il clima) sarebbe soddisfatto. E allora perché non provarci?

Con sistemi di pannelli a 2 metri da terra, capaci sia di catturare l’energia solare sia di fare ombra alle colture e allo stesso tempo di evitare l’evaporazione dell’acqua, l’agrivoltaico è un modello che fa incontrare fotovoltaico e agricoltura, sposandoli.

Secondo le “Linee Guida in materia di Impianti Agrivoltaici” pubblicate dal Ministero della Transizione Ecologica per agrivoltaico si intendono in generale quegli “impianti fotovoltaici che consentano di preservare la continuità delle attività di coltivazione agricola e pastorale sul sito di installazione, garantendo, al contempo, una buona produzione energetica da fonti rinnovabili”.

In tutto il mondo, dall’Africa agli Stati Uniti, impianti di questo tipo sono in continua crescita, ma per funzionare bene hanno bisogno di aspetti chiave da rispettare.

Le 5 “C” fondamentali per l’agrivoltaico: fotovoltaico e agricoltura

Di recente negli States il progetto InSpire, guidato dal National renewable energy laboratory (Nnrel) e finanziato dal governo statunitense, ha definito quelle che dovrebbero essere le 5 “C” fondamentali per l’agrivoltaico: clima, configurazione strutturale, colture selezionate, compatibilità e collaborazione.

Per un buon agrivoltaico servono in sostanza condizioni ambientali appropriate in cui tenere conto, per esempio, delle risorse idriche che devono essere sufficienti e al tempo stesso essere preservate grazie all’ombra dei pannelli.

Decisiva è poi la capacità di valutare quanta luce riesce a raggiungere i moduli, ma anche pensare a colture che possano crescere con facilità in presenza dei pannelli a seconda delle zone climatiche e delle condizioni del suolo.

Un contesto in cui è necessaria la collaborazione fra le economie locali e degli stakeholder coinvolti.

Piano PNRR, per lo sviluppo dell’agrivoltaico.

In Italia, nelle politiche per la transizione ecologica riprese dal Piano nazionale ripresa e resilienza (Pnrr), per lo sviluppo dell’agrivoltaico sono previsti investimenti per 1,1 miliardi di euro, una capacità produttiva di 2,43 GW, con benefici in termini di riduzione delle emissioni di gas serra (circa 1,5 milioni di tonnellate di CO2) e dei costi di approvvigionamento energetico.

Rete Italiana Agrivoltaico Sostenibile

Per guidare la rivoluzione dell’agrivoltaico è nata da circa un anno la Rete Italiana Agrivoltaico Sostenibile, coordinata da Enea, agenzia che a Milano di recente ha affrontato proprio il tema del dialogo fra agricoltura e rinnovabili durante il World Conference on Photovoltaic Energy Conversion (WCPEC-8).

Nel frattempo, a inizio anno anche Confindustria Anie ha tracciato un quadro sulle tipologie di sistemi agrivoltaici in uso, ovvero quelli elevati da terra (a circa due metri) e quelli interfilare (alternanza di file di moduli in aree agricole), mentre SunCity (partner A2A) ha stimato una previsione di installazione di impianti agrivoltaici in Italia con capacità produttiva di 1,04 GW e con riduzione delle emissioni di gas serra di circa 0,8 milioni di tonnellate di CO2.

Cifre e previsioni che per l’Italia del domani, a energia pulita, fanno ben sperare.

Allo stesso tempo, però, se i sistemi agrivoltaici favoriscono la protezione delle colture (per esempio anche dai fenomeni meteo intensi) e l’eccessiva esposizione al sole, così come il risparmio idrico e l’abbassamento delle temperatura, dall’altra parte esistono ancora problemi di fattibilità per alcune coltivazioni, motivo per cui è complesso avere un agrivoltaico standard ma servono per ogni situazione progetti specifici così come sono necessari importanti investimenti iniziali e di manutenzione.

L’agrivoltaico “un connubio tra fotovoltaico e agricoltura”

Come ha ricordato Enea però l’agrivoltaico resta “un connubio tra energia solare e agricoltura capace di promuovere la decarbonizzazione del sistema energetico, ma anche la sostenibilità del settore agricolo e la redditività a lungo termine di piccole e medie imprese” e per questo, per poter spingere in tale direzione, è fondamentale “identificare metodologie e soluzioni innovative per la realizzazione di impianti agrivoltaci in Italia; stabilire quadri di riferimento legali e normativi e diffondere linee guida pre-normative per la costruzione degli impianti”.

 

Bando MiPAAF: Parco Agrisolare, una boccata d’ossigeno per il settore.

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF) con una nota del 23 agosto ha comunicato l’emanazione del Bando “Parco Agrisolare”. Questo ultimo ci permette di accedere a importanti incentivi per le aziende. Si tratta di una misura inserita nel piano PNRR e progettata dal Ministero delle Politiche Agricole insieme a quello dell’Economia e delle Finanze.

La misura si propone di ridurre l’impatto ambientale delle imprese agricole, e consente alle stesse di ricevere finanziamenti per l’installazione di pannelli fotovoltaici nei capannoni, sopra gli stabili e allo stesso tempo di attuare le ristrutturazioni necessarie per le installazioni degli impianti solari (in particolare la rimozione di componenti contenenti il tossico amianto).

È previsto un investimento a fondo perduto da parte del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, che potrà essere richiesto a partire dal 27 settembre. Il progetto si svilupperà nell’arco di due anni, nel corso dei quali verranno sostanzialmente finanziati tutti i progetti idonei, fino all’esaurimento delle risorse. Le domande potranno essere richieste sul sito di GSE (Gestore dei Servizi Energetici SPA), società interamente partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, sul cui portale potrà essere presentato il progetto da finanziare.

Fotovoltaico Agricolo.

Parco Agrisolare è l’equivalente di una boccata d’ossigeno per il settore produttivo agricolo, in questo momento intrappolato in costi energetici insostenibili. Secondo una ricerca di Enea il settore agricolo assorbe il 15% della produzione di energia nazionale. E’ un dato impressionante. La produzione agroalimentare è energivora e con i costi attuali dell’energia, a causa della crisi delle materie prime e della guerra in Ucraina, a cascata l’impatto rischia di diventare drammatico per tutta la produzione e infine per le famiglie.

Dai campi ai grossisti, ai supermercati, alle tasche delle famiglie, i costi extra si ripercuotono sulle disponibilità economiche di tutti. La parola “rischio” è un eufemismo, il rincaro dei prezzi è già iniziato. Non solo nelle bollette, ma anche e specificatamente nei prodotti che si comprano nei supermercati.

Bando MiPAAF: contributo a fondo perduto.

L’intervento – che presenta una copertura complessiva di 1,5 miliardi di euro – viene erogato in modalità di contributo a fondo perduto e andrà a coprire il 40% dei costi sostenuti per l’installazione degli impianti (o del 50% nelle regioni in corsia preferenziale).

Il bando permette alle aziende agricole di andare verso l’autonomia energetica, tramite potenti impianti fotovoltaici che permetteranno ai beneficiari di produrre gran parte dell’energia necessaria per la propria produttività in autonomia e senza costi. Le imprese potranno anche immettere eventuali picchi di energia non consumata in rete e andare in conguaglio positivo sui costi.

Il settore agricolo è strategico per almeno 3 motivi:

  • è altamente energivoro e la sua trasformazione green ha un impatto visibile sugli indicatori ambientali nazionali di sostenibilità.
  • il settore sta soffrendo a causa di una crisi mai vista e che potrebbe avere conseguenze devastanti e ha dunque bisogno di sostegno immediato.
  • tutto quello che riguarda l’agricolo arriva alle famiglie, le quali già oggi si trovano bollette triplicate per l’energia e stiamo andando verso l’inflazione del 10%.

Bando Incentivi Fotovoltaico: con finanziamenti aggiuntivi investimento si riduce a costo zero.

L’importo del sostegno che prevede copertura fino a spese di 750.000€, per impiantistiche molto importanti, potrebbe permettere a imprese di tutte le grandezze di beneficiare del bando. Importante anche il fatto che le spese ammissibili riguardano la bonifica territoriale dall’amianto e altri materiali tossici ancora diffusi in impianti, fabbricati e magazzini. Infine, è utile che le misure siano cumulabili con altre misure, agevolazioni e finanziamenti richiedibili dalle aziende. Alcune aziende probabilmente potranno infatti riuscire a beneficiare di ulteriori agevolazioni fiscali o finanziarie, riducendo quindi la quota di investimento a proprie spese.

Dettagli e informazioni sul bando.

 

INNOVATEC AVVIA LA BUSINESS UNIT FOTOVOLTAICO

Il Consiglio di Amministrazione di Innovatec ha approvato l’acquisto del 29,58% del capitale sociale di ESI (Energy System Integrator) SpA quotata sul mercato Euronext Growth Milan, player di riferimento in Italia nella realizzazione e manutenzione di impianti fotovoltaici.

Nel grande progetto della transizione energetica che rivoluzionerà il Paese, passando da fonti fossili a rinnovabili, il fotovoltaico avrà un ruolo determinante!
Innovatec è in grado di intercettare fatturato per centinaia di milioni nei prossimi anni ma il tema sarà per tutti la capacità di esecuzione con di fatto solo quattro epc contractor in grado di realizzare impianti di grande taglia a terra e su tetto in Italia e all’estero ESI è uno di questi!
La perfetta complementarietà tra le due aziende, oggi forti di uno stretto legame societario farà la differenza rispetto ai competitor sul mercato!
Grazie ai nostri manager che hanno sapientemente condotto l’operazione: la dott.ssa Ciardo capo del Legale e della compliance e l’Ing Malgarini, responsabile di M&A e Pianificazione!
Grandi manager per un grande progetto!



CIRCULARITY E HAIKI+ PARTECIPANO ALLA MILANO DESIGN WEEK 2022

Dal 6 all’11 giugno 2022 dalle ore 11:00 alle ore 21:00 e il 12 giugno dalle 11:00 alle 18:00 presso Superstudio Più di via Tortona 27, a Milano, Circularity e Haiki+ partecipano con uno spazio espositivo alla mostra collettiva “Urban Matter(s) – Materia che si riduce per una città leggera” curata da Materially, con un progetto che trasforma i rifiuti in un’opera d’arte collaborativa.

Sono esposte alcune foto scattate sugli impianti di Haiki+ e post prodotte da Mario Morandi e due opere di un giovane artista, Riccardo Rizzetto.

Link alla landing page dedicata https://fuorisalone.innovatec.it/

Per accedere all’evento è obbligatoria la registrazione su superdesignshow.com

Mercoledì 8 giugno dalle 17:00 alle 18.15 Camilla Colucci intervien al Talk ‘Carbon Revolution – Ridurre le emissioni e reinventare i processi’.
Ecco il link per seguire l’intervento da remoto.

 

Elio Catania e Camilla Colucci presenti al Festival Green&Blue

E’ in corso a Milano il primo Festival per la Giornata Mondiale dell’Ambiente di Green&Blue organizzato dal Gruppo GEDI: un momento per fare il punto sulle scelte che abbiamo davanti, lo stato della transizione ecologica, resa più urgente, e complicata, dalla guerra in corso.

Elio Catania, Presidente Innovatec Group e @Camilla Colucci, co – founder di @Circularity, saranno tra gli speaker dell’evento “L’attenzione all’efficienza” in programma oggi 6 giugno a partire dalle ore 17.00.

Link alla diretta del Festival
https://www.repubblica.it/green-and-blue/dossier/festival-greenandblue/

Link al programma del Festival
https://www.greenandblue.it/dossier/festival-greenandblue/2022/05/12/news/programma_festival_greenblue-349169600/

 

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